2019
Enrico Bonoldi

Zero

[Voti: 3   Media: 3.7/5]

Tutto parte da zero.
Come questa opera ha avuto una fine ha avuto anche un inizio.
Molto travagliata e tutta partita da una sola cosa: “Provare a fare una cosa bella!”.
Il momento iniziale per me è stato molto difficile e frustrante…nulla che mi piacesse o quantomeno mi saltasse all’occhio.
Il suono, nostro amico dall’inizio dei tempi, poteva solo che essere d’aiuto nella ricerca di questa opera.
Tutto partì dall’ascolto della canzone…aveva un suono così pulito che solo il bianco poteva esserci abbinato…nient’altro.
Quindi il desiderio di dare a quella canzone un altro modo di essere ascoltata, o meglio, vista.
La costruzione del contesto non risulta molto difficile ma è proprio quella che la rende unica…una cosa semplice ma che se vista in un certo modo te ne fa stupire, come quelle piccole particelle apparentemente casuali, invece rispecchiano il ritmo e il timbro della canzone.
La ricerca è partita dalla necessita di trovare qualcosa di bello ma allo stesso tempo che meritasse di essere colta al 100%.
Cercavo qualcosa di cui nessuno ne sapesse il nome…in modo da scoprirla e poterla mostrare in un’altra forma.
Quindi una canzone al momento giusto si è presentata :”Zero”, del nuovo album degli Imagine Dragons, dopo un primo ascolto non mi sembrava così perfetta, poi capendo il significato e la forza che trasmetteva non c’è stato nulla fa fare.
Prendo il computer, scrivo qualche linea di codice, e niente, sbaglio per la ennesima volta.
Nella fretta mi sono dimenticato di fare una cosa estremamente importante: “PARTIRE DA ZERO”,
mi accorgo che è inutile voler scrivere cose che non conosco e non sono sicuro.
Così abbandono il computer, indosso le cuffie e ascolto attentamente quello che la canzone voleva veramente dirmi, passo una giornata canticchiandola nella testa e molto spesso mi capita di non accorgermene neanche.
Faceva molta compagnia e allo stesso tempo continuava a far riflettere sul degno modo un cui avrei dovuto rappresentarla.
La situazione sembrava non aver tanta possibilità di svolta fino ad il momento in cui una piccola idea stupida e priva di significato sembrava iniziare a prendere forma.
Quello che mi affascinava e di cui mi sono successivamente innamorato è stato il fatto di poter creare una forma d’arte dall’arte stessa, come della vita che crea altra vita.
Dopo qualche primo abbozzo di qualcosa a mala pena funzionante sembrava chiara la via da seguire, come il computer farebbe, concentrarsi sulle frequenze e relativi valori,
Insomma rappresentare la musica sotto forma di una continua oscillazione di aria che nel nostro caso si trasforma in particelle e poi dare una forma più solida rappresentando le frequenze più marcate con delle colonne dedicate.
Mi ha sorpreso la facilità dal momento in cui ho trovato l’idea a quando è stata finita.
Riga dopo riga sembravano chiari i tasti da digitare, non poteva andare diversamente.
Quindi dopo una prima stesura arrivò il controllo e la pulizia in modo da rendere leggibile il codice a chiunque.
Un’altra battuta d’arresto arrivò a causa di molti impegni…ma lei non poteva aspettare di essere finita, quindi ogni minuto era buono per aggiungerci qualcosa e quella parte in più che mi avrebbe fatto rimanere convinto della mia scelta.
Mentre digitavo il titolo dell’opera sembrava più che ovvio…ma non vorrei che tutti la pensassero così.
Dietro quello Zero c’è un nuovo inizio oppure una fine non soddisfacente ma comunque qualcosa che porta ad una soddisfazione più o meno grande.
Quando si dice “Ripartiamo da Zero” si intende proprio questo, come una canzone che inizia e termina con il volume e tutte le frequenze a zero.
Dobbiamo essere così anche noi…ammettere il nostro Zero in certe cose e far vedere dove siamo arrivato partendo proprio da quello Zero che ora ringraziamo perché è proprio grazie a quello che abbiamo ottenuto tutto.
Scontato o no per me ha un significato molto profondo, una cosa che sicuramente perfezionerò e porterò avanti perchè la soddisfazione di partire da zero e vere un risultato è quello che mi fa amare in primis l’informatica e poi tutto in resto.