2019
Alessandro Bonizzato

Viaggio Controvento

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Partire è un po’ come morire!, scrisse un famoso poeta romantico che, forse, però, si sbagliava.
Le ambizioni della ragione e il desiderio degli uomini di conoscere, scoprire, inventare sono per noi valori indiscutibili e ammirevoli, ma non lo sono sempre stati, per l’appunto molti secoli fa erano gli esponenti più potenti che detenevano il controllo assoluto, abrogandosi la possibilità di stabilire quali fossero i limiti che gli uomini non avevano il permesso di sorpassare. E così personaggi del calibro di Copernico e Galilei furono obbligati a rinnegare le loro tesi e le loro scoperte perché contraddicevano la mentalità medievale, la quale riteneva che fosse più importante ciò che era scritto nelle Sacre Scritture rispetto a ciò che che si poteva osservare con i propri occhi.
Nel nostro passato abbiamo potuto osservare le imprese di grandi eroi che tentarono di sconfiggere le barriere, come ad esempio Ulisse, valoroso combattente greco esule di Itaca, che fu pesantemente punito dalla letteratura classica in seguito al fallimentare tentativo di superare le colonne d’Ercole, considerate il confine dell’umanità oltre il quale vi era il nulla, attraverso un viaggio intrapreso nei secoli antecedenti la nascita di Cristo, guidato dalla sua smania di voler conoscere. La sue vicende furono narrate da molti grandi letterati che lo giudicarono; è il caso di Dante, il quale collocò Odisseo nell’Inferno al fianco di tanti altri che, come lui, furono considerati consiglieri fraudolenti.

Viaggiare significa mettere in discussione le proprie certezze, smantellare i capi saldi della propria vita, demolire i limiti che ci vengono posti o che da soli ci poniamo, abbandonare temporaneamente la nostra routine e la nostra casa che raccoglie i nostri più bei ricordi. Restare nello stesso posto per un lasso di tempo troppo lungo, infatti, rende ciechi, non permette di apprezzare come, invece, si dovrebbe le piccole cose che ci circondano e che ci appartengono; il viaggio ti permette di non diventare cieco e di ritrovare l’ingenuità per amare quelle piccole cose.
Il viaggio appare come una delle esperienze più intense e significative che ogni singolo uomo possa fare nel corso della sua esistenza ed una delle regole più importanti per affrontarlo è tornare diversi da come si è partiti, tornare più ricchi, tornare più esperti, tornare più maturi, perché qualsiasi luogo dell’universo possiede della caratteristiche uniche ed inconfondibili, ed ovunque si può apprendere qualcosa di nuovo; perché non importa se a determinarne l’unicità siano le persone che vi abitano o i monumenti che lo costituiscono, ogni paesello, ogni piccola cittadina, ogni metropoli ha qualcosa di differente che merita la nostra attenzione.
Il viaggio non rappresenta solo la necessità di spostarsi, ma rientra a pieno titolo nella nostra quotidianità, occupando vastissimi campi della vita: dalla letteratura all’arte, dalla musica alla scienza.
Un viaggiatore è un po’ come una persona che sceglie come suo maestro di vita il vento, è una persona che si lascia andare, che si lascia trasportare e che allo stesso tempo trasporta con se infinite realtà, ma non solo.
C’è chi sceglie di viaggiare per amore, c’è chi sceglie di viaggiare per l’amore verso l’arte, chi invece ama la natura e va ad esplorarne i paesaggi, e chi, ancora, ama la musica e viaggia per scoprirne i segreti.
Ognuno ha un motivo personale e intimo che lo porta a scoprire e ad aprirsi all’avventura del viaggio. Non ha rilevanza il posto verso cui si parte o il numero di viaggi che si ha avuto la possibilità di fare, ma è importante diventare viaggiatori consapevoli, cioè consci di ciò che si vuole cercare e pronti per lasciarsi travolgere da quello che ancora non si conosce.
È una grande fortuna, essere capaci di viaggiare, non è da tutti. Perché c’è anche anche chi, con grande sofferenza, rimane bloccato su una piccola barca, nelle acque, in balia delle proprie paure, lasciandosi soprassedere dalle proprie insicurezze, convinto che sia meglio restare immobili per paura di intraprendere la rotta sbagliata, senza rendersi conto che non esiste una direzione giusta e una errata, e che basta appoggiarsi al proprio cuore per scoprire veramente dove si vuole andare.