2018
Marco Giacopuzzi

Terribilmente invidio chi ha una sola direzione

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“Terribilmente invidio chi ha una sola Direzione.

Un solo tendere verso, una sola strada, una sola porta.

Che ha una sola meta, un solo traguardo.

Che ha solo una voglia, che ha solo un pensiero in testa.

Che guarda una cosa e offusca tutte le altre.

Sarebbe più facile entrare in una porta, sicuro che sia quella giusta.

Convinto, per una volta.

A prenderla con decisione sorridendo sereno, perché è lì dove vuoi arrivare.

E puoi prenderlo, è tuo.

Ce l’hai, è quello che vuoi.

È una cosa meravigliosa.

Ed io invece, muoio per toccare il sole ed insieme abbracciare la luna.

E non so come fare.”

Questo è il mio stile di vita.

Una vecchia poesia che rappresenta nella maniera più completa quello che vivo ogni giorno: la ricerca disperata della mia strada.

Penso non sia un dilemma esteso a molti.

Terribilmente invidio chi ha una sola direzione”, chi sa cosa fare, chi sa dove deve andare a parare, chi sa cosa vuole dalla vita e che per questo riesce ad ottenerlo.

L’incertezza della vita è spaventosa quanto sorprendente e dolce.

Quell’incontro che può cambiarti la vita; la persona che con una sola parola può distruggerti o farti andare al settimo cielo; quell’essere nel posto sbagliato al momento sbagliato…

L’incertezza del domani, il non sapere se mi sveglierò dal sonno in cui cado alla notte.

Ci sono mille, ma che dico, infinite strade nella vita, ognuna da percorrere in assoluta libertà, con i suoi pregi e difetti.

L’importante è trovare la propria giusto?

Un albero, o meglio, l’albero della vita.

Parte da piccolo fuscello per poi andare a crescere in uno splendido albero.

I suoi rami sono quelle vie, le stesse vie incerte citate qua sopra.

Credo sia capitato a tutti di rimanere davanti ad una scelta per diverso tempo, magari anche ponendosi diverse domande, su quale sia la migliore strada da percorrere.

L’informatica è una filosofia, uno stile di vita, e devo dire che questa, è stata l’unica scelta di cui sono mai stato veramente sicuro, e che rifarei mille volte se potessi.

L’informatica è una scienza, o per lo meno, un riflesso della stessa.

Si collega perfettamente alla matematica, che a sua volta si collega perfettamente alla natura.

Quante regole della natura siamo riusciti a rappresentare con la matematica.

E questo costrutto: informatica a matematica, matematica a natura.

Il principio della ricorsività con cui una scienza si collega all’altra, come un uomo si collega ai suoi antenati, come un ramo si collega al ramo dal quale proviene.

La ricorsione è una degli aspetti più interessanti e belli dell’informatica: “L’iterazione è umana, la ricorsione è divina” dicevano alcuni!

Indipendentemente da quali sono le nostre scelte, esse devono essere prese con consapevolezza, soprattutto con la consapevolezza della morte.

Non della morte successiva alla scelta, si intende la morte anche dopo molto tempo.

Dovremmo tutti essere come un albero credo…

Un albero da frutti, e anche quando muore, viene utilizzato.

Anche noi dovremmo prima di morire, essere sicuri di aver lasciato questo mondo, un po’ meglio di quanto non lo abbiamo trovato.

È un debito che abbiamo col mondo, con la vita, con gli altri e che dobbiamo saldare, prima che la nostra vita finisca e diventi nera come i rami di quell’albero che dovremmo essere.

Una vita all’insegna del “remare contro”, dell’autodistruzione o del danneggiamento di altri, non è una vita degna di essere vissuta.

Forse dovremmo tutti portare un po’ più di amore nelle nostre vite. Trovare la nostra strada, convinti che sia quella e finalmente concentrarci su quello che vogliamo veramente, rendere al mondo qualcosa di grande, sognare, parlare, amare, cantare, … Chi più ne ha più ne metta.

Non stare fermo, muoviti! Canta! Balla!

Perché questa vita per quanto possa fare schifo, è l’unica che hai! Fallo per te, per gli altri! Non buttarti via.

Sorridi.

Ama.

Solo quel giorno allora Sole e Luna si abbracceranno