2018
Federico Cucino

Prato fiorito

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Cresciamo con la tecnologia, di giorno in giorno ci evolviamo.

Così anche il mondo tecnico.

Ci sentiamo parte del mondo tecnologico che è in continuo movimento e crescita, proprio come un qualsiasi essere vivente. Abbiamo entrambi bisogno di una continua fonte di energia, corrente elettrica e acqua. I sali minerali dell’acqua e la luce solare permettono a erba, piante e fiori di farsi strada e reggersi in piedi sul suolo inizialmente incolto.

Tutto però ha inizio da una base grezza: che sia marrone scuro o rossiccio, desertico o paludoso, prima o poi verrà popolato.

Lo stesso ragionamento è stato vissuto dalla tecnologia.

In origine il “personal computer” non aveva interfaccia grafica: si controllava da linea di comando – DOS. Successivamente il progresso, la crescita, lo sviluppo ha permesso di capire meglio e sviluppare una concezione di interfaccia grafica user – friendly per raggiungere un maggiore numero di persone utilizzatrici della macchina.

Siamo così arrivati al primo degli OS con GUI avanzata da permetterci di sfruttarla completamente e che associamo istintivamente all’iconico e inconfondibile “Bliss”: per chi ancora non sapesse cosa sia, è il nome dello sfondo del tema predefinito blu di Windows XP.

Un manto erboso collinare che molto probabilmente è rimasto impresso per la sua semplicità e unicità unita alla vastissima diffusione che tuttora è presente in giro per il mondo. Così funziona in natura: si rimane incantati molto facilmente.

Un paesaggio innevato è un banale esempio: attorno a noi un silenzio quasi terrificante ci fa rimanere a bocca aperta ogni volta anche se sotto-sotto speriamo di evitarla per i problemi che nelle nostre zone crea ogni volta.

Anche un prato, illuminato dall’alto sole estivo, rappresenta in sé un luogo magico che osservandolo alla brezza del vento mostra la semplicità di petali e foglie che ondeggiano simultaneamente seguendo un’onda ben precisa e che magari tengono al riparo piccoli insetti o animaletti.

Con questa opera si vuole rappresentare un prato di trifoglio nel quale si può vedere lo sviluppo della crescita: dall’acerbo progressivamente nascono nuovi fili d’erba che permettono poi ai fiori di vari colori di sovrastare la vista principale.

In natura nulla è perfettamente identico ma neanche completamente casuale: dietro ad ogni cosa si può ritrovare un abbinamento matematico.

Nell’opera saranno utilizzate valori pseudo-casuali generati da un elaboratore che pensa e lavora in modo deterministico e che, lontanamente, potrebbe ricondurre al comportamento della matematica della natura.

Come ogni “leggenda” che si rispetti, se si è fortunati si riesce anche a scovare in mezzo alla “normalità” qualcuno che non segue completamente una teoria: in questo caso la matematica di Fibonacci.

Il numero dei petali in un vegetale è sempre la somma dei due numeri che lo precedono nella omonima sequenza (1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, …).

E il quadrifoglio? E’ lui il protagonista: non sempre è presente e, se lo è, non sempre si riesce a trovare facilmente.

Una semplice immagine digitale o un’immagine impressa nella nostra mente di un paesaggio ci fa automaticamente comparire gli eventi collegati ad essa.

Elaborando un paesaggio in mente riusciamo a sentire gli odori, ascoltare i suoni che erano presenti al momento dello “scatto”.

Allo stesso modo, dalla singola immagine di sfondo, ciò che riusciamo a “riesumare” perfettamente sono i suoni dei popup di errore, di accensione e spegnimento o quello che si sentiva al click di un link su Internet Explorer, la graffetta che lavorava alla ricerca del file o alla correzione del testo in un documento Word o il cursore clessidra durante una elaborazione da parte del processore.

In informatica ed in natura bisogna quindi riuscire a pensare fuori dagli schemi per ottenere delle conclusioni più o meno concrete.

Spesso non ci sono parole per raccontare esperienze vissute.