2019
Riccardo Convertino

Non è solo un hobby ma uno stile di vita

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Oggigiorno la maggior parte delle persone, soprattutto gli adulti, considerano i videogiochi una forma di danno educativo che può portare a gravi conseguenze nello sviluppo e nell’identità dell’adolescente. Infatti, questa opinione si è consolidata a causa di episodi (tra l’altro, isolati) in cui, a causa di un uso smisurato ed intenso del videogaming, alcuni ragazzi sono arrivati a fare gravemente del male e persino a privare della vita alcuni poveri innocenti, che si sono trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato, e sono stati sopraffatti dall’ondata di violenza ingiustificata ed ingiustificabile. Fatti del genere, causati da un uso improprio dei videogiochi, non sono assolutamente tollerabili, ma bisogna tener conto che sono fortunatamente pochi episodi che riguardano persone prive del senso della misura: ogni cosa richiede un giusto peso, e bisogna saperla valutare in ogni suo aspetto. Infatti, bisogna considerare il mondo del gaming come una medaglia a due facce: da un lato vi è l’abuso, l’ira e la dipendenza di cui poche persone sono vittime; mentre invece, se si prova ad osservare attentamente l’altro lato, ci si accorge che il vero mondo del gaming è costellato di momenti educativi, entusiasmanti, e che permettono un profondo contatto sociale. Infatti i videogiochi, ad esempio, favoriscono la coordinazione oculo-motoria, poiché i gamer devono seguire con gli occhi lo schermo e allo stesso tempo utilizzano le mani con la tastiera del computer, coordinando le due azioni in modo da essere efficaci sul piano del gioco, e ciò stimola processi mentali e motori; inoltre, data la velocità richiesta in game, i videogiochi favoriscono l’intuizione e l’abilità di prendere decisioni velocemente, diminuendo il reaction time richiesto da qualsiasi tipo di task, sia mentale che fisico; oltre a ciò, aiutano l’utente ad imparare l’autocontrollo e la gestione delle emozioni.
In aggiunta a ciò, per qualsiasi videogiocatore appassionato esiste inoltre anche un mondo ancora più complesso quando si parla di gaming, ed è quello del cosiddetto competitive, che è presente e ben sviluppato già da molti anni in altri stati, ma che in Italia fa fatica a svilupparsi perché la nostra community mostra, purtroppo, poco interesse. La più alta rappresentazione di questo mondo si incarna nell’E-Sports, abbreviazione per “eletronic sports”. Si tratta di piattaforme di gioco create attraverso l’uso di apparati elettronici e informatici che fondano la loro base sull’interazione uomo-macchina. La sfida si articola tra giocatori che si affrontano in match single-player o in gruppo alla conquista di un obiettivo comune. In questo momento, il mondo degli E-Sports raccoglie a sé centinaia di giocatori i cui giochi in cui si sono specializzati sono divisi in macro categorie, quali:
RTS (Real Time Strategy), cioè i videogiochi strategici in tempo reale, in cui i giocatori si danno il cambio a turni per prendere parte al match di gaming, e quindi ottenendo partite della durata di ore (o a volte giorni) in cui tutti i membri del team giocano alternandosi. Tra i vari giochi più famosi in questo ambito troviamo Warcraft e Starcraft; i Picchiaduro, sono giochi in cui scopo è quello di combattere tramite degli incontri di lotta di vario genere. Tra i più in voga ci sono Mortal Kombat e Street Fighter;
FPS(First-Person-Shooter), sottogenere degli Sparatutto in cui i giocatori si scontrano con una visuale in prima persona. Tra i più famosi ci sono Call of Duty, Overwatch, e Rainbow Six Siege;
MMO (Massively Multiplayer Online), una tipologia di giochi multigiocatore per computer dotati di server molto capienti e in cui lo scopo è quello di scalare la classifica mondiale;
Simulatori di guida e di discipline sportive, come i famosi giochi Gran Turismo o FIFA.
In conclusione così come il mondo reale è pieno di pericoli, anche quello virtuale può presentare situazioni pericolose; nonostante ciò è un mondo bellissimo, ricco di opportunità di crescita e di contatto umano, che chiede solo di essere conosciuto e compreso non solo da chi ci vive (i gamer), ma anche da chi ne è fuori e osserva e giudica. Non bisogna lasciarsi intimorire dall’ignoranza di questo universo sconosciuto, ma bisognerebbe invece provare a parteciparvi o ad accettarlo. La teoria dei mondi paralleli è vera: non dobbiamo nemmeno cercarli distanti anni luce perché li abbiamo creati noi; l’universo del gaming è giovane ed inesplorato ed è destinato ad avere un futuro brillante: bisogna solo decidere se farne parte.