2019
Angelo Chen

Dream Walk

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L’adolescenza è come la primavera della nostra esistenza,
siamo come bruchi appena usciti dalla propria crisalide,
quel che credevamo che fosse il mondo, in realtà è solo minima parte di ciò che è in realtà,
ritornando al discorso in questo breve e passeggera stagione accadono, senza che noi ci accorgiamo gli avvenimenti più belli che la vita ci può offrire.
Ma pultroppo nulla è rosa e fiori come si poltrebbe immaginare,
spesso non riusciamo a cogliere questo “meglio” a noi offerto dalla vita,
le tentazioni e gli ostacoli esistenti in questa società hanno creato una serie di muri e barriere, per colpa dei quali solo fino ad ora, guardando attraverso una fessura riesco ad intravedere un poco, ma è questo poco che mi fa svegliare dal miraggio e dalle illusioni nei quali fino ad oggi ho visuto.
Un poeta del mio paese recitava così in una delle sue poesie:
“Abbiamo caminato tanto nei nostri sogni, solo per svegliarci ancora fermi”,
mi son sentito preso nel cuore dalle sue parole, era la mia situazione praticamente,
cosa valevano i miei sogni se non li trasformavo in concreta realtà?
Ma crudele è anche l’ironia della sorte, solo quasi arrivato alla fine della mia primavera mi son reso conto di tutto quel che non ho ancora fatto in sintesi non era altro che un’adolescenza ancora non vissuta.
Nel momento in cui ti rendi conto che certe cose non avrai più occassione di rifare in futuro, l’ansia si fonde con il panico.
Guardandomi intorno posso vedere i miei coetanei ed amici uscire a divertirsi nel weekend, cadere in delle brevi ma appassionate storie d’amore, piccoli litigi, scambiarsi segreti, coltivare strani hobby e inseguire improbabili sogni, insomma, si stavano godendo l’adolescenza.
Poi ci sono io.
Facevo da testimone di tutto quel che mi succedeva accanto mentre facevo da semplice spettatore, è questo quel che cerco e voglio?
Ed allora mi chiedo, cosa mi sta tenendo ancorato ancora qua al punto di partenza?
Ho riflettuto parecchio su questa domanda, solo per arrivare alla sconcertante conclusione che… niente. Cioè niente mi sta tenedo fermo, sono semplicemente fermo senza motivo.
Allora è ora per me di iniziare a correre, devo mettermi in pari con gli altri, non m’importa se in un futuro lontano mi pentirò di ciò che ho fatto, ma almeno non voglio vivere nel rimorso di non averlo fatto, del resto arrendersi senza combattere è come darsi una sberla da solo no?
Come i fiori della primavera, sbocciamo una volta sola, diamo spettacolo al mondo,creiamo quadri meravigliosi ed in quei brevi istanti tracciamo sulla tela della nostra vita le sfumature più sgargianti ed azzardate, ed ora è il mio turno.
Comincio così la mia corsa contro il tempo, la quale per scherzo posso considerarlo come se fosse una crisi di mezza età (quando non ho neanche 20 anni), tante cose da fare in troppo poco tempo…
Ma che paura ho! Non ho timore di perdermi in questo labirinto chiamato adolescenza, forse non mi ricrescera l’acne giovanile, ma sono ancora giovane, posso ancora giocarmela.
Se prima la mia esistenza coinsisteva nel vagabondare come un sonnanbulo, ora il mio obbiettivo è trasformare ciò che prima era solo un sogno in fisica realtà.
Chi sà se anchio troverò qualche storia romantica dietro angolo, oppure che il destino ed il fato mi ha preparato altre sorprese del quale nessuno di noi è a conoscienza, ma non è anche questo parte di questa corsa spericolata?
Che l’istinto prenda posto al buon senso.
Che gli altri mi vedano solo come un pagliaccio.
Che riesco ad annegare me stesso in questo dolce e zuccherato veleno.
Passo dopo passo voglio perdermi in questo intreccio di emozioni, di passioni, di sentimenti.
Percepire il fuoco ardere dentro di me quando il sudore mi bagnerà la fronte.
Sentire dai timpani delle orecchie il battito del cuore che pulsa sangue rimbombante nelle vene e nelle arterie.
Questo è vivere.